Blocage et affrontements à Cagliari en Italie – janvier 2010
Alcoa Altre proteste Bloccata la fabbrica
www.ilgiornale.it
domenica 31 gennaio 2010
Non si placa la tensione nell’impianto Alcoa a Portovesme, in provincia di Carbonia-Iglesias, dove operai e sindacalisti si preparano alla trasferta di Roma, in vista dell’incontro del 2 febbraio a Palazzo Chigi. Ieri mattina, reduci dall’occupazione dell’aeroporto di Cagliari, i lavoratori hanno bloccato l’ingresso dello stabilimento sardo. I dipendenti di Alcoa hanno anche annunciato che domani sera si imbarcheranno sul traghetto per Civitavecchia con un biglietto di sola andata e che non torneranno a casa fino a quando non sarà data loro la garanzia che l’azienda continuerà a produrre alluminio in Italia.

Alcoa, aeroporto Cagliari riaperto dopo scontri
it.reuters.com
venerdì 29 gennaio 2010
CAGLIARI, 29 gennaio (Reuters) – I 400 lavoratori dell’Alcoa (AA.N: Quotazione) che questa mattina avevano bloccato l’aeroporto di Cagliari Elmas per protestare contro la decisione dell’azienda Usa produttrice di alluminio di chiudere l’impianto di Portovesme, in Sardegna, hanno abbandonato lo scalo, che è stato quindi riaperto.
Lo riferiscono testimoni e fonti aeroportuali, aggiungendo che la situazione è tornata alla calma, sebbene i voli in arrivo e in partenza da Cagliari subiranno inevitabili ritardi.

Durante la protesta di questa mattina, si sono verificati scontri tra la polizia e i dimostranti, che hanno sfondato il cordone di agenti in assetto antisommossa e sono giunti sino alla pista di atterraggio. Gli aerei in arrivo a Cagliari erano stati dirottati verso Olbia ed Alghero.
Alcoa ha annunciato ieri che intende chiudere i suoi due impianti in Italia, oltre a quello sardo anche quello di Fusina in provincia di Venezia, entro il 6 febbraio per almeno sei mesi, in attesa che l’Ue dia il via libera agli sconti sull’energia concessi dal governo.

In Sardegna sono a rischio circa duemila posti di lavoro, in un’area già fortemente depressa come l’Iglesiente.
Toccherà ora al Consiglio dei ministri doversi pronunciare il 5 febbraio prossimo. « Troppo tardi », per i sindacati, visto che scadono il 4 le procedure per la cassa integrazione, già avviate da Alcoa.











