Echauffourées à Naples – septembre 2010

Napoli, scontri con operai Fincantieri
Il questore: «Contro di noi bombe carta»

ilmattino.it

NAPOLI (17 settembre 2010) – È finito con le cariche della polizia il presidio indetto davanti alla sede della Regione Campania dai sindacati della Fincantieri di Castellammare di Stabia. Un operaio è stato fermato è denunciato, un agente del reparto mobile è rimasto contuso negli scontri, scoppiati poco dopo le 12, quando le forze dell’ ordine hanno rimosso il blocco stradale in via Partenope,
che durava già da 30′. Il presidio era stato dichiarato concluso dai sindacati, che avevano ottenuto un incontro dagli amministratori di palazzo Santa Lucia, ma non dai dimostranti, che non si sono accontentati di una mediazione in prefettura, proposta dalla polizia. Dai sindacati nazionali ai politici di centrosinistra, dal segretario della Fiom-Cgil Maurizio Landini, al segretario del Pdci Oliviero Diliberto, sono arrivate accuse di «violenza ingiustificata» nei confronti della polizia.

«Contro di noi – ha replicato in serata il questore di Napoli Santi Giuffrè – sono state lanciate 13 bombe carta, bottiglie, aste di bandiera ed oggetti». In cassa integrazione da aprile 2009 i 600 operai della Fincantieri di Castellammare di Stabia (1000 quelli dell’ indotto), eredi di una gloriosa tradizione cantieristica pre-unitaria, vedono a rischio la stessa esistenza del sito industriale. A loro nel 2007 era stato assicurato che nuovi investimenti avrebbero adeguato lo storico stabilimento stabiese alle grandi realtà cantieristiche internazionali, capaci di costruire navi di dimensioni sempre più grandi.

Si parlò di un rivoluzionario piano di rilanci e della costruzione di un grande bacino di carenaggio, con uno stanziamento di 52 milioni di euro, più altri 300 milioni di euro successivi, risorse che per l’ 80% sarebbero arrivati dal ministero delle Infrastrutture, dal Comune, dall’Autorità Portuale e, per il rimanente 20% direttamente da Fincantieri. Fu solo un bel sogno. La crisi internazionale e la mancanza di incentivi al settore cantieristico hanno dirottato le commesse degli armatori verso i Paesi dell’Est. Poi anche gli investimenti in nuove navi sono diventati sempre più difficili. E la stessa Fincantieri ha assunto impegni in Brasile.

Sit in degli operai di Fincantieri. Carica della polizia contro i manifestanti

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Momenti di tensione questa mattina, che si sono conclusi con una carica, tra forze di polizia e operai aderenti alla Fiom dello stabilimento della Fincantieri di Castellammare di Stabia. Le tensioni sono avvaenute vicino alla sede della giunta regionale della Campania, in via Santa Lucia

di STELLA CERVASIO e TIZIANA COZZI

Si erano dati appuntamento in via Santa Lucia, davanti al palazzo della Regione, per chiedere un incontro al presidente Caldoro. Dopo ore di attesa gli operai della Fincantieri di Castellammare di Stabia hanno deciso di protestare improvvisando un corteo in via Caracciolo, diretti in prefettura. Sono stati caricati dalla polizia e due dei segretari regionali di categoria, Massimo Brancato della Fiom Cgil e Vittorio Langella della Fim Cisl, sono finiti al Loreto Mare. Il bilancio della giornata ha visto anche due manifestanti e due agenti di polizia contusi e un operaio fermato e identificato ma rilasciato poche ore dopo.

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Sono circa 600 ed hanno un futuro incerto a partire dal prossimo dicembre, i dipendenti della Fincantieri, una delle più grosse realtà della cantieristica navale italiana. Da più di un anno in cassa integrazione, a fine 2010 termineranno l’ultima commessa e dalla direzione dell’azienda hanno già fatto sapere che per loro, salvo nuovi incentivi governativi, non c’è più lavoro. Alla conferenza dei sindaci di città portuali, in programma a Roma per il 21 settembre, si è saputo che la Regione Campania non parteciperà. Una decisione che ha spinto ieri Fincantieri a scendere in piazza. Una manifestazione pacifica, finché le richieste di essere ricevuti, prima da Caldoro e poi dal prefetto, sono state rifiutate. Allora gli operai si sono incamminati verso la prefettura e su via Caracciolo hanno trovato lo sbarramento dei celerini al quale subito dopo si è aggiunto quello dei carabinieri.

« Un giovane operaio è stato fermato – spiega Vittorio Langella, segretario regionale Fim Cisl – e noi dirigenti, che eravamo in testa al corteo, ci siamo avvicinati per dare spiegazioni alla polizia, che ci conosce bene. Ma l’ordine era di sgomberare la strada subito. Per tutta risposta, siamo stati caricati e presi a manganellate ». Una lussazione alla spalla sinistra per Langella, mentre per Brancato una contusione alla testa. « Manifestiamo per il lavoro che stiamo per perdere – dice Paolo Di Maio, 34 anni, da 13 operaio in Fincantieri – e in cambio veniamo bastonati. Sulle nostre braccia si possono vedere i segni dei colpi che ci ha dato la polizia ».

~ par Alain Bertho sur 18 septembre 2010.

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