Affrontements meurtriers au Nigeria – juillet 2010

Nigeria: la famille d’un pasteur parmi les victimes d’un village attaqué

AFP

18 07 2010

JOS — L’épouse d’un pasteur de l’Eglise du Christ, ses deux enfants et son petit-fils font partie des victimes des violences interconfessionnelles qui ont fait samedi huit morts dans le village de Mazzah, dans le centre du Nigeria, a rapporté le pasteur dimanche.

Des musulmans fulani ont attaqué le village, situé à 14 km de Jos, la capitale de l’Etat du Plateau, dans la nuit de samedi, tuant huit personnes à la machette et incendiant une église et sept habitations.

« J’ai réussi à m’enfuir vers une ferme proche de ma maison, mais ma famille n’a malheureusement pas eu la chance de prendre la fuite. Ma femme, ma fille, mon fils et mon petit-fils ont été tués », a relaté à l’AFP le révérend Nuhu Dawat, de l’Eglise du Christ du Nigeria.

Il a ajouté que sa femme et ses enfants avaient été tués à l’intérieur de la maison, et que son petit-fils est décédé pendant son transfert à l’hôpital. Il n’a pas souhaité indiquer leurs âges.

Le porte-parole de l’armée, le lieutenant colonel Kingsley Umoh, a indiqué que les assaillants étaient entrés dans le village entre 01H30 et 05H00 GMT, tirant des coups de feu en l’air pour faire sortir les habitants et pour ensuite les tuer.

Des troupes ont été déployés en renfort à Mazzah pour prévenir d’autres violences, a ajouté le lieutenant colonel.

Un haut responsable de l’Etat, Gyang Pwajok, a déclaré que cette attaque contre le village chrétien le plus important de la région était « un acte terroriste ».

L’Etat du Plateau est situé au centre du Nigeria, qui compte 150 millions d’habitants également partagés entre chrétiens et musulmans, le Nord comprenant une majorité de musulmans et le Sud une majorité de chrétiens.

Jos a été le théâtre à plusieurs reprises de violents affrontements communautaires. Lors de deux crises cette année, en janvier et mars, jusqu’à 1.500 personnes y auraient été tuées, selon les décomptes d’ONG.

Mardi dernier, dans l’est du pays, au moins huit personnes ont été tuées et des dizaines blessées tandis que six mosquées et une église étaient brûlées lors de violences interreligieuses à Wukari, dans l’état de Taraba, selon la police.

Ces violences interviennent alors que des élections, présidentielle et des gouverneurs des 26 Etats de la fédération, sont prévues au premier semestre 2011.

Nigeria, musulmani attaccano villaggio di cristiani, otto morti

tg1.rai.it

Lunedi 19 Luglio 2010

La famiglia di un prete nigeriano è stata uccisa a colpi di machete. Il reverendo è invece riuscito a scappare.

JOS (NIGERIA) – Un villaggio di cristiani in Nigeria centrale è stato attaccato oggi da alcuni musulmani che hanno ucciso otto persone nell’ennesimo episodio di violenza a carattere religioso che ha già fatto centinaia di morti dall’inizio dell’anno.

SCONTRI. « Sono state bruciate sette case e una chiesa e sono state uccise otto persone », ha detto il portavoce dell’esercito, il tenente colonnello Kingsley Umoh. Le violenze sono avvenute nel villaggio di Mazzah, vicino Jos, zona da diversi mesi teatro di scontri tra musulmani e cristiani, nei quali sono morte circa 1500 persone secondo le ong.

FAMIGLIA PRETE. Negli attacchi, la famiglia di un prete nigeriano è stata sterminata a colpi di machete da alcuni musulmani. La moglie del reverendo Nuhu Dawat, i loro due figli e un nipote sono stati assaliti questa mattina nel villaggio di Mazzah, a 12 chilometri da Jos. Il prete, che pure era in casa al momento dell’attacco, è scappato ed è riuscito a mettersi in salvo. « Lascio ogni giudizio a Dio », ha detto dopo la tragedia.

NIGERIA. La Nigeria, il paese più popoloso dell’Africa con 150 milioni di abitanti, è divisa tra i cristiani che vivono prevalentemente a sud e i musulmani presenti perlopiù al nord, dove gli scontri sono più frequenti.

Ancora violenze in Nigeria, almeno 8 morti per un attacco in un villaggio cristiano da parte di fondamentalisti islamici

oecumene.radiovaticana.org

18/07/2010

Non c’è tregua alle violenze in Nigeria, dove stamani nel villaggio di Mazzah, vicino a Jos, abitato in prevalenza da cristiani, un gruppo di fondamentalisti islamici ha ucciso almeno 8 persone e incendiato sette case e una chiesa. Fra le vittime anche donne e bambini uccisi a colpi di macete. Da mesi la regione è attraversata da scontri e violenze sanguinarie: solo pochi giorni fa, nelle province orientali, in un conflitto a fuoco sono state uccise 8 persone e ferite altre 40, e chiese e moschee sono state date alle fiamme. A marzo, poi, oltre 300 persone hanno perso la vita in scontri nel nord del Paese. Una lunga scia di sangue, dove secondo gli esperti, a ragioni di natura economica e territoriale si uniscono anche tensioni fra gruppi etnici. E’ quanto sottolinea, al microfono di Claudia Di Lorenzi, anche padre Giulio Albanese, missionario comboniano e fondatore dell’agenzia Misna:

R. – La questione sociale è molto forte, in Nigeria. Vi è una costante, iniqua sperequazione tra ricchi e poveri. I ricchi rappresentano l’1 per cento della popolazione: sta di fatto che detengono oltre il 75, qualcuno dice addirittura l’80 per cento della ricchezza nazionale. Dunque, questo episodio di violenza tra gruppi etnici – perché qui non si tratta semplicemente di un contrasto tra cristiani e musulmani, ma di persone che appartengono ad etnie diverse – rappresenta una guerra tra poveri per il controllo della terra … E poi, come al solito, come succede in Nigeria, ci sono poteri più o meno occulti, legati soprattutto alla politica, che gettano benzina sul fuoco. Il dato inquietante è la debolezza del governo centrale di Abuja. Con la morte prematura dell’ex presidente Umaru Yar’adua, adesso c’è una fase di transizione. Attualmente, chi governa è il suo vice, Jonathan Goodluck. La verità è che le prossime presidenziali si svolgeranno nel gennaio 2011 e dunque questo è un momento in cui, purtroppo, la debolezza del governo di Abuja fa sì che vi sia una recrudescenza delle tensioni, delle violenze … Certamente, la questione del denaro, del potere sono tutti elementi che hanno a che fare innanzitutto e soprattutto con questa diatriba.

D. – Quali sono i rapporti tra cristiani e musulmani nella regione?

R. – Non sono sempre stati facili, anche se bisogna stare molto attenti, perché innanzitutto va ricordato che la Nigeria non è una repubblica islamica, ma è una repubblica federale e quindi vi è una confederazione di Stati. L’elemento destabilizzante è legato da una parte a questi fenomeni di jihadismo, di estremismo religioso che non ha a che fare solo con certe frange del musulmanesimo ma anche, purtroppo, con le cosiddette “Independent Churches”. In Nigeria ne contiamo duemila, qualcuno dice addirittura tremila. Chiese cristiane indipendenti, vere e proprie sette che purtroppo, in molti casi, assumono atteggiamenti estremisti, violenti … I vescovi cattolici in questi anni hanno molto insistito sulla formazione, sulla promozione della dottrina sociale, ma certamente è una sfida non facile, non foss’altro perché riuscire a promuovere la dimensione del bene comune in una nazione in cui l’1 per cento della popolazione detiene la stragrande maggioranza della ricchezza nazionale, fa sì che il cammino sia tutto in salita.

D. – Cosa fa la Chiesa locale per favorire la pace e il dialogo?

R. – C’è un impegno soprattutto nella promozione della conoscenza della Dottrina sociale della Chiesa. In questi anni, vi sono state coraggiose prese di posizione nei confronti delle autorità politiche proprio perché rispetto al tema del bene comune e del dialogo interreligioso si facesse il possibile. Anche perché i cristiani – e questo i vescovi l’hanno scritto in più circostanze – “non sono contro nessuno”. Il valore della pace è un valore fondamentalmente evangelico.

~ par Alain Bertho sur 19 juillet 2010.

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