Affrontements à Milan – mai 2010
Gli scontri di Via Triboniano
Polvere da sparo
21 05 2010
Posto qui sotto un comunicato del Comitato Antirazzista Milanese dopo i fatti di Via Triboniano e la giornata di scontri e resistenza attiva che hanno portato avanti i rom del campo che le forze dell’ordine volevano sgomberare.
Non si sono fermati davanti a nessuno, hanno pestato tutti quelli che si trovavano davanti e sapete quanti bimbi ci sono dentro i campi rom delle nostre città: una bimba sembrerebbe esser rimasta particolarmente ferita e aver riportato la frattura del braccio.
Balordi.
Ma qui la fila di balordi è lunga, a partire dal Comune di Milano, che nemmeno ha voluto incontrare una delegazione di rappresentanti di associazioni milanesi per i Diritti Umani.
Loro fanno muro, un muro razzista e vergognoso: fortunatamente dall’altra parte questa volta hanno trovato fiamme e barricate, sassi e rabbia
Scriviamo questo comunicato sull’onda degli avvenimenti accaduti in via Triboniano nelle ultime ore per fornire l’esatta descrizione dei fatti dopo che un’autentica ridda di falsità alimentata da mass media e forze politiche ha cominciato a circolare.
Iniziamo col dire che i rom di via Triboniano sono usciti dal campo poco dopo le 16 per raggiungere i mezzi pubblici e andare al presidio di Piazza della Scala di fronte a Palazzo Marino, sede del consiglio comunale.
Il presidio, deciso nell’assemblea pubblica tenutasi domenica 16 maggio, era stato comunicato alle autorità competenti (Questura di Milano) già lunedì mattina, prima via telefonica, avendone un riscontro positivo, di seguito via fax.
Dopo circa 500 metri di via Barzaghi , che collega il campo rom al piazzale del cimitero maggiore, uno sbarramento di polizia e carabinieri ha fattivamente impedito ai rom
di andare a prendere il tram 14, unico mezzo di comunicazione per raggiungere il centro città.
L’intento di ps e carabinieri, evidentemente istruiti dalle forze politiche che alimentano da tempo la SOLUZIONE FINALE per i rom di Triboniano, era quella di impedire
in tutti i modi di raggiungere il presidio: era soprattutto di impedire di rendere pubblica la proposta politica che questi avevano formulato.
Fuori dai luoghi comuni sui rom parassiti e approfittatori, la richiesta era e resta molto chiara: tramite i fondi europei stanziati per le comunità rom e gestiti dal Comune ( fino ad ora utilizzati solo per funzione di controllo dei rom e per ingrassare la miserabile gestione caritatevole di alcune associazioni cattoliche) si chiede la concessione di aree abbandonate
dentro il territorio del comune di Milano, autorecuperabili a costo zero, e garantendo la continuità scolastica ai bambini.

Una proposta troppo intelligente (e in fin dei conti persino moderata) per i razzisti che stanno nel consiglio comunale di milano e che si annidano anche tra tante associazioni, cattoliche e/o democratiche: tutti pronti ad alimentare la parossistica immagine dei rom disadattati, criminali e stupidi, manovrati da un gruppo di sobillatori di professione, cioè i compagni e le compagne del comitato antirazzista di milano.
Dopo l’opposizione agli sgomberi di giovedì scorso, tutti i mezzi di comunicazione hanno pompato a dismisura questa immagine, creando le condizioni per giustificare la rappresaglia di Polizia e Carabinieri, che oggi ha potuto scatenarsicon una gragnuola di colpi mirati a chi voleva andare a prendere un tram. A tale violenza è stata opposta una resistenza straordinaria: all’attacco razzista e annientatore si è risposto con l’attacco a mani nude, pietre, bombole, barricate; per ben tre volte la polizia ha dovuto arretrare scomposta, e solo dopo aver lanciato decine di lacrimogeni e aver scagliato un blindato contro i rom, è riuscita a sfondare e a farsi largo.
Nel frattempo l’intera zona veniva isolata : i pochi, (troppo pochi) solidali accorsi che hanno avuto la dignità di non voltarsi dall’altra parte mentre veniva consumato l’ennesimo pogrom razzista, sono stati tenuti a più di un chilometro di distanza, mentre arrivavano ambulanze e decine di altri blindati, e già cominciava a girare la versione ufficiale: “una
manifestazione non autorizzata è stata dispersa dai celerini che sono stati proditoriamente attaccati dai rom”.
Credono di fermare la lotta con manganellate e menzogne? Pare proprio di no.
I rom rilanciano. La lotta va avanti:
Domenica ore 15:00 assemblea cittadina
al campo rom di via Tiboniano.
Comitato Antirazzista Milanese – 20 maggio 2010

Triboniano, sassaiola e auto in fiamme
milano.corriere.it
20 05 2010
Scontro tra rom e polizia per una manifestazione non autorizzata. Ci sono dei feriti, tra loro due bambini
MILANO – Scene di guerriglia urbana in via Barzaghi a Milano, vicino al campo rom di via Triboniano. I nomadi si sono scontrati con le forze di polizia in assetto anti-sommossa e hanno lanciato sassi e bastoni contro gli agenti. Le violenze sono cominciate quando è partita una cosiddetta « azione di contentimento » contro 150 rom che volevano improvvisare una manifestazione che si sarebbe conclusa con un presidio in piazza Scala, davanti a Palazzo Marino, sede dell’amministrazione comunale dove alle 18 doveva tenersi una riunione per discutere dello sgombero del campo, previsto entro il 30 giugno.
LO SCONTRO – Gli agenti hanno spiegato che la manifestazione non era autorizzata e che comunque una delegazione avrebbe potuto raggiungere la sede del Comune. A quel punto circa 150 persone sono uscite dal campo e sono state indirizzate dagli agenti in via Barzaghi per l’operazione di contenimento. Qui è cominciato il lancio di sassi e altri oggetti, mentre alcuni rom hanno messo in strada le proprie masserizie: sono state appiccate le fiamme a un furgone e un’auto portate dagli stessi manifestati. La manifestazione era stata indetta dall’assemblea di via Triboniano e sostenuta dal Comitato antirazzista. In serata la situazione è tornata alla normalità. Nel campo vivono circa cento nuclei familiari.
FERITI – Ci sono dei feriti: quattro agenti secondo il 118 (non gravi, sono stati portati in ambulanza agli ospedali Sacco e Galeazzi), quindici secondo il vicesindaco De Corato che afferma: «La sommossa organizzata da un centinaio di rom di Triboniano, che hanno lanciato pietre contro le forze dell’ordine ferendo una quindicina di agenti, tra cui anche un vigile, dimostra che gli occupanti sono ancora lontani da una reale volontà di integrazione». Tra i rom ci sarebbero tre feriti. Uno di loro, un bambino, compare in un video girato da testimoni mentre viene portato via in braccio. I nomadi riferiscono che il bambino aveva il volto irritato dal gas lacrimogeno. Un’altra è una bambina di 7 anni che ha una fasciatura al braccio destro: sarebbe stata colpita con una manganellata. Nel video si vede anche un uomo che perde sangue dalla testa, raggiunto anche lui da una manganellata. Dijana Pavlovic, vicepresidente della federazione Rom e Sinti Insieme e testimone diretta degli scontri, ha affermato che «una bimba è rimasta ferita e probabilmente ha un braccio rotto per una manganellata. Il campo è stato chiuso e circondato dalla polizia: nessuno può entrare, nessuno può uscire». Dopo le azioni di alleggerimento per impedire ai rom di via Triboniano di raggiungere piazza Scala le forze dell’ordine avrebbero spinto i nomadi a rientrare nel campo, chiudendone poi tutti gli accessi. Anche agli operatori della Casa della Carità, che svolgono un quotidiano servizio di assistenza in via Triboniano, è stato impedito di entrare nell’accampamento. Secondo alcuni testimoni, gli unici mezzi ammessi sono le ambulanze.
LEGA: SGOMBERO – Duro il commento del leghista Davide Boni, presidente del Consiglio regionale della Lombardia, che chiede «l’immediato e definitivo sgombero» del campo di via Triboniano. «Dopo la guerriglia che si è scatenata – afferma -, credo che il tempo del dialogo con chi non ha alcuna intenzione di integrarsi e conosce solo il linguaggio della violenza sia finito».
Milano, scontri nomadi, attivisti e polizia a campo rom
Reuters
giovedì 20 maggio 2010
MILANO – Circa 150 persone, tra nomadi e attivisti antirazzisti, si sono scontrati oggi a Milano con le forze dell’ordine fuori dal campo rom di via Triboniano, e 25 agenti hanno riportato contusioni.
Lo ha riferito la polizia, che ha detto che sul posto erano schierati circa 150 tra poliziotti e carabinieri.
I nomadi che abitano il campo, insieme ad alcuni membri di comitati antirazzisti, volevano sfilare da via Triboniano fino a Palazzo Marino, dove alle 18 doveva tenersi una riunione per discutere dello sgombero del campo, previsto entro il 30 giugno.
Le forze dell’ordine hanno però impedito il corteo, scatenando la protesta: due auto e un furgone sono stati portati fuori dal campo e dati alle fiamme e sassi, pietre e bottiglie sono stati lanciati contro la polizia, che ha caricato i dimostranti.
Secondo la polizia, il bilancio è di 17 carabinieri e 8 poliziotti contusi, e tre mezzi delle forze dell’ordine danneggiati.
Una persona è stata arrestata dai carabinieri per resistenza a pubblico ufficiale.
Nel campo vivono un centinaio di nuclei familiari.
— Sul sito http://www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su http://www.twitter.com/reuters_italia
MILANO, SCONTRI TRA AGENTI
E ROM: ALMENO 15 FERITI
leggo.it
20 05 2010
Un furgone e un’auto incendiate, masserizie sistemate sulla strada a mo’ di «trincea», lancio di sassi contro polizia e carabinieri in assetto antisommossa, con le forze dell’ordine che con cariche di alleggerimento, ricacciano nel campo i manifestanti sinti e nomadi che avevano intenzione di sfilare nel salotto della città, a Piazza della Scala, sotto le finestre del sindaco Letizia Moratti. Scene da guerriglia urbana a Milano, in via Barzaghi a poca distanza dal campo di Via Triboniano, luogo di uno degli insediamenti più cospicui e storici dei rom in città. Il bilancio degli scontri, continuati anche all’interno del campo – poi circondato da un cordone di poliziotti che ha impedito a chiunque di uscire o entrare – è di una quindicina di agenti feriti, secondo il vicesindado Riccardo De Corato, e di contusi anche tra i manifestanti a cui si sono aggregati esponenti dei centri sociali. Una esponente sinti ha parlato anche di «manganellate» che avrebbero procurato lesioni ad una bambina rom.
Gli scontri di giovedì sera fanno seguito al lancio di pietre della scorsa settimana sulla A8, l’autostrada dei Laghi, dove dal vicino campo rom di Via Monte Bisbino furono lanciati per due giorni sassi in direzione delle auto in transito. Gli scontri di questo pomeriggio sono avvenuti allorquando oltre 150 persone dal campo hanno manifestato l’intenzione di cominciare una manifestazione che si sarebbe dovuta concludere con un presidio in Piazza della Scala davanti palazzo Marino, sede dell’amministrazione comunale. Sulle prime la polizia ha cercato di spiegare che la manifestazione non era autorizzata dicendo che comunque una delegazione si sarebbe potuta recare davanti Palazzo Marino.
A quel punto circa 150 persone sono uscite dal campo di Via Triboniano e sono state contenute in via Barzaghi. Qui è cominciato il lancio di sassi, e altri oggetti, mentre alcuni manifestanti mettevano in strada masserizie: sono state poi appiccate le fiamme ad un furgone ed un’auto portate dagli stessi manifestati sul posto. Tra i feriti negli scontri vi sarebbe anche una bambina secondo Dijana Pavlovic, vicepresidente della Federazione Rom e Sinti Insieme e testimone dei disordini avvenuti nel pomeriggio fuori dall’accampamento nell’estrema periferia della città.
«Una bimba è rimasta ferita – ha affermato Pavlovic – e probabilmente ha un braccio rotto per una manganellata. Il campo è stato chiuso e circondato dalla polizia: nessuno può entrare, nessuno può uscire». Le forze dell’Ordine, dopo gli scontri, hanno infatti «ricacciato» nel campo i manifestanti circondando l’insediamento. Anche agli operatori della Casa della Carità, che svolgono un quotidiano servizio di assistenza in via Triboniano, dopo i disordini è stato impedito di entrare nel campo. Il leghista Davide Boni presidente del Consiglio regionale della Lombardia, ha intanto chiesto l’immediato e definitivo sgombero del campo.










