Emeute à Palerme octobre 2008

Dalle scritte sui muri alla guerriglia notturna


8 octobre 2008

Nel quartiere dove la rabbia ha preso il posto del dolore. Un testimone: « Ho visto una decina di ragazzi che appiccavano il fuoco. Una trappola per la polizia ». Il fratello di uno dei due giovani morti dopo l’inseguimento « So solo che Giuseppe non tornerà più » Gli attivisti dell’Ex Karcere « noi non c’entriamo c’è il rischio di strumentalizzazioni »

di Massimo Lorello

Non sono bastati i muri di due rioni. Per raccontare con la vernice spray tutto il dolore che si prova quando si perdono due amici, a diciassette anni, servirebbero centinaia di pareti libere. Ma tra l’Albergheria e il mercato di Ballarò non ce ne sono più.

I ragazzi che ieri notte hanno preso parte, più o meno da protagonisti, alla rivolta contro vigili del fuoco, carabinieri e poliziotti dicono che tutto è cominciato dalle scritte in ricordo di Peppe e Pasquale. Parole amorevoli e dolenti verniciate ovunque, anche dove qualcuno magari poteva risentirsi. E si sarebbero risentite proprio le forze dell’ordine le quali, da qualche giorno, avrebbero provato a dissuadere i ragazzi che davano sfogo al loro dolore e alla loro fantasia con una bomboletta spray in mano.

«Noi scrivevamo e loro ci rimproveravano», racconta un sedicenne di Ballarò. Di sicuro, le scritte in memoria di Peppe e Pasquale si sono fatte via via meno frequenti, mentre cominciavano a luccicare di vernice fresca gli insulti agli «sbirri» che nella migliore delle ipotesi sono «tutti bastardi». Chi non si è accontentato di sparare nel mucchio, se l’è presa con Filippo Raciti, l’ispettore morto a Catania durante gli scontri che hanno preceduto e accompagnato il derby di due campionati fa.

Da quegli insulti alla memoria sarebbe cominciata l’operazione di cancellazione delle scritte che le forze dell’ordine smentiscono ma che i ragazzi dell’Albergheria dicono sia avvenuta davvero. E la rimozione della vernice avrebbe fatto salire la tensione fino alla rivolta organizzata lunedì sera in via Mongitore.

«Io di questa storia dei cassonetti bruciati e delle pietre lanciate contro la polizia non ne so niente e non ne voglio sapere niente. L’unica cosa che so è che mio fratello è morto e nessuno potrà darmelo indietro». Gianluca Giuffrida se ne sta seduto sul suo scooter davanti casa, in piazza Bologni. Porta il cappello da baseball dentro al casco come suo fratello Peppe. Via Mongitore dista poche decine di metri in linea d’aria, eppure sembra un’altra città. Tanto calma di rassegnazione è piazza Bologni, tanto carica di tensione è la zona dov’è scoppiata la rivolta.

In via Mongitore ci si arriva accompagnati dalle scritte. All’inizio sono tutte per Peppe e Pasquale, alla fine sono solo contro Filippo Raciti. Differenti, naturalmente, sono le dediche. Si comincia da: «Gli angeli più belli del Paradiso», alla quale segue: «Voi ci amate da-la-sù noi vi amiamo da qua-giù. Per sempre gli amici di Ballarò». Alcuni di loro, degli amici, si firmano anche: Andrea, Raffaele, Gianni, Piriddu.

Ma arrivati davanti alla scuola elementare Nuccio, quei versi da ragazzini addolorati che tanto piacerebbero a Federico Moccia si diradano fino a scomparire. Pure i nomi di Peppe e Pasquale non si scorgono quasi più. Sui muri si comincia a parlare di «polizia assassina» e di «poliziotti bastardi». Una scenografia imbarazzante – anche perché allestita a pochi passi dalla questura centrale – che culmina con la «dedica» all’ispettore morto durante il derby: «Raciti sei stato assassinato dai palermitani». Davanti a quella scritta, ieri, si alzava ancora la cenere della rivolta di lunedì sera.

«Io ho visto tutto, fin dall’inizio – racconta Roberto, operatore sanitario in servizio all’Ospedale dei bambini – Un’infermiera s’è messa a urlare e sono corso alla finestra. Abbiamo visto dieci ragazzi o poco più che davano fuoco ai cassonetti. Subito dopo li hanno spostati vicino a una vecchia Panda abbandonata da mesi. In pochi muniti ha preso fuoco pure la macchina». E sono arrivati i vigili del fuoco. «I ragazzi però si sono messi davanti al camion e a quel punto sono intervenuti i carabinieri. Ma altri giovani che arrivavano dalla zona di Ballarò hanno cominciato a tirare sassi. Era un’imboscata, questo è chiaro. Da lì è scoppiato il finimondo».

Ma chi ha organizzato la rivolta? Nel quartiere tutti parlano di una ragazzata ed escludono che l’assalto sia stato premeditato, come invece è apparso alle forze dell’ordine e ai testimoni disposti a parlare senza reticenza. Si chiamano fuori anche quelli del centro sociale Ex carcere. Vero è che teatro della rivolta è stata proprio la piazza antistante la struttura occupata. Vero è che la tensione con le istituzioni è salita da quando il centro sociale è stato sgomberato. «Ma noi con la sassaiola e i cassonetti incendiati non c’entriamo niente – dice uno degli organizzatori del centro sociale – Sapevamo che c’era stata qualche tensione per le scritte, che i ragazzi dell’Albergheria non avevano gradito la cancellazione dei loro pensieri sui muri, ma non ci aspettavano che la situazione degenerasse in questo modo. Sicuramente, noi non abbiamo partecipato in alcun modo».

In nome di due teppisti morti a Palermo si scatena la rivolta

8 octobre 2008 da Palermo

Un quartiere in rivolta contro la polizia. Odio contro le divise dello Stato all’Albergheria, la borgata palermitana dove abitavano i due diciassettenni, Pasquale Ferrara e Giuseppe Giuffrida, morti mercoledì scorso in un incidente stradale sulla circonvallazione di Palermo, imboccata contromano per sfuggire al controllo di una volante.

La sottocultura dell’antistato vomita la sua rabbia sui muri con le scritte spray di colore rosso: «polizia bastarda», «Poliziotti assassini», «Peppe e Pasquale siete unici». E poi per tutta la notte la devastazione: auto incendiate e fitte sassaiole contro le forze dell’ordine. Non si rassegna il padre di uno dei due ragazzi, Antonio Ferrara che dice: «Vogliamo giustizia. Qualcuno deve dirci chi ha ucciso i nostri figli. Quell’inseguimento non era necessario, in fondo i ragazzi erano solo senza assicurazione, non avevano fatto nulla». Delle scritte sui muri, invece, dice: «Di quelle contro la polizia non ne so nulla, mi hanno fatto piacere quelle che ricordano mio figlio, e il suo amico Giuseppe. Segni di affetto nei loro confronti…».

Sono stati giorni difficili, quelli passati, per il quartiere a nord della città. Un gruppo di giovani, a più riprese ha incendiato alcuni cassonetti dell’immondizia e distrutto due automobili parcheggiate. A malapena e con il rischio di tumulti in strada, la situazione è stata tenuta sotto controllo da polizia e carabinieri che, al momento di intervenire, sono stati costretti alla distanza da un fitto lancio di sassi e bottiglie. Da tre giorni via Mongitore si è trasformata nella strada di una città in guerra. La periferia di Palermo come fosse Gaza.

Due ragazzi sono finiti in caserma per essere identificati, alcuni mezzi della polizia sono stati danneggiati dalle pietre scagliate con veemenza per vendicare un «torto» che si è rivelato una ferita difficile da rimarginare. Da mercoledì scorso, giorno dei funerali dei due ragazzi che avevano tentato contromano una disperata fuga in sella ad un ciclomotore perché il loro «motore» (così come viene chiamato a Palermo il mezzo a due ruote, ndr) non era assicurato e perché loro erano senza patente, molte persone urlano insulti contro gli agenti. Anche la chiesa, in qualche modo, si era schierata a fianco dei poveri ragazzi morti: il sacerdote che aveva celebrato le esequie, padre Cosimo Scordato, durante l’omelia si era chiesto se l’inseguimento fosse «proprio necessario».

È invece vicino alla polizia il sindaco di Palermo, Diego Cammarata: «Piena solidarietà alle forze dell’ordine dopo i violenti episodi». E sulla stessa linea l’ Associazione nazionale Familiari vittime della mafia che manifesta «la vicinanza ai due agenti palermitani che sono stati oggetto di rappresaglia ed attacchi a seguito di un inseguimento sfociato in tragedia».

«Episodi isolati, reazione circoscritta», così padre Cosimo Scordato, da vent’anni parroco del quartiere palermitano dell’Albergheria, liquida gli scontri scoppiati la scorsa notte tra un gruppo di ragazzi e le forze dell’ordine. Le violenze sarebbero state volute per attirare gli agenti in un’imboscata e riuscire a far male. «L’avversione nei confronti della polizia – spiega il parroco – in questo quartiere è un sentimento atavico, causato, forse, dal fatto che è un’istituzione che si conosce prevalentemente nella sua veste repressiva».

Per Peppe e Pasquale, Palermo si rivolta contro la polizia

È una escalation di rabbia quella che sta vivendo in queste ore Albergheria, quartiere popolare nel centro storico di Palermo. Da lì provenivano Peppe e Pasquale, i due giovani di 17 anni morti il 2 ottobre in un incidente per sfuggire all’inseguimento di una volante. I due ragazzi scappavano perché temevano il sequestro dello scooter su cui viaggiavano senza assicurazione. Sono morti sulla tangenziale di Palermo presa in contromano pur di evitare il controllo, hanno percorso quasi un chilometro e mezzo finendo per schiantarsi frontalmente contro una Fiat Punto. La moto non era rubata come i giornali si erano affrettati a dire, ma apparteneva ad uno dei due: «Non era un ladro», ripetono i parenti di Pasquale.

Nei giorni scorsi, la rabbia degli amici si è sfogata sui muri del quartiere di Albergherai, dove sono apparse decine di scritte con frasi contro la polizia, definita «assassina» e contro gli agenti definiti «infami». Il clima è esasperato a causa dei controlli e della militarizzazione della città come raccontano i ragazzi del quartiere, talmente esasperato da far scappare dei ragazzi, solo per evitare il sequestro di uno scooter. Il giorno dei funerali di Pasquale e Pino, molte persone avevano urlato insulti contro gli agenti presenti e persino il sacerdote che aveva celebrato le esequie, durante l’omelia, si era chiesto se l’inseguimento fosse proprio necessario.

La storia di Pasquale e Peppe ricorda l’episodio che scatenò la rivolta nelle banlieue: la morte di due giovani che, temendo di essere incastrati nell’ennesima retata della polizia, si erano rifugiati in una cabina dell’alta tensione, rimanendo fulminati. L’effetto banlieue in Francia non si è mai arrestato. Una serie costante di casi, come l’ultimo, riportato nel prossimo numero di Carta da Alain Berthò. Pochi giorni fa a Romans piccola città a sud del paese un ragazzo di 15 anni alla guida di una macchina rubata, ha perso la vita in un incidente inseguito da una pattuglia della Brigata anticrimine. Dopo la sua morte sono scoppiati incidenti e scontri con la polizia. Al di là degli episodi specifici, dietro questi episodi c’è un clima avvelenato che da Castelvolturno a Pianura passando per Palermo nasconde una serie di malumori stratificati che vanno dalla disoccupazione, alla povertà, alla discriminazione sociale e razziale, e per finire all’insofferenza nei confronti di una sicurezza apparente fatta di eserciti nelle città e check point per le strade, che sta alla base della rabbia esplosa la scorsa notte a Palermo. Gli scontri sono partiti in via Mongitore ad Albergherai, vicino al centro sociale Ex Carcere. La situazione è precipitata quando la polizia è intervenuta per cancellare le scritte contro le forze dell’ordine comparse nel pomeriggio. Solo dopo due ore carabinieri e polizia sono riusciti a ristabilire la calma. Due ragazzi sono in stati fermati.

In questo momento Palermo è un laboratorio di proteste. L’11 è infatti prevista la manifestazione nazionale contro lo sgombero del centro sociale Ex Carcere, occupato sette anni fa sempre nel quartiere di Albergheria al quale parteciperanno molti centri sociali da tutta Italia. Ad avvelenare ancora di più il clima le dichiarazioni di Francesco Storace che a proposito della manifestazione ha denunciato al ministro Maroni «un rischio gravissimo che sta per correre la città di Palermo. Sabato 11 ottobre il capoluogo siciliano sarà invaso dai centri sociali» e continuando «si continua a tollerare l’occupazione di spazi che sono della città e dove si pianificano violenze e aggressioni armate. Il prefetto di Palermo, il questore, le autorità di Stato devono proibire una manifestazione che si preannuncia come inno alla violenza». E se non sarà così Storace annuncia che «i nostri dirigenti sono pronti ad una contromanifestazione nella stessa data e alla stessa ora per rivendicare il diritto alla democrazia, alla legalità e alla giustizia».

Alla manifestazione dell’11 parteciperanno anche i ragazzi del quartiere Albergheria con uno striscione in ricordo di Peppe e Pasquale che aprirà il corteo.

Palermo, rivolta contro la polizia

TGCOM

7 octobre 2008

Teppismo per i morti in inseguimento

Nel pomeriggio di lunedì diverse scritte con pesanti insulti contro la polizia sono comparse sui muri del quartiere Albergheria di Palermo, rione popolare in cui vivevano i due 17enni morti, mercoledì scorso, in un incidente stradale avvenuto mentre cercavano di sfuggire a due Volanti. In serata la violenza è diventata fisica: prima atti di teppismo con cassonetti dati alle fiamme, poi la sassaiola contro i poliziotti arrivati sul posto.

Decine di scritte con pesanti insulti contro la polizia, definita « assassina » e contro gli agenti chiamati « bastardi » e « infami » sui muri del quartiere Albergheria. Accanto, diverse scritte, realizzate con una bomboletta spray, in ricordo dei due minorenni. « Peppe e Pasquale – si legge in una delle tante – siete nei nostri cuori ». Il giorno dei funerali dei due ragazzi, che avevano cercato di scappare perché viaggiavano su uno scooter non assicurato e senza patente, molte persone avevano urlato insulti contro gli agenti. Il sacerdote che aveva celebrato le esequie, padre Cosimo Scordato, durante l’omelia, si era chiesto se l’inseguimento fosse proprio necessario. Le ‘volanti’ avevano cercato di fermare i ragazzi per controllare se fossero i responsabili del furto di una moto, segnalato al 113.

Quando gli agenti sono arrivati per far cancellare le scritte si sono compiuti i primi atti di teppismo. Un gruppo di giovani ha incendiato alcuni cassonetti dell’immondizia e un’automobile alle spalle dell’ospedale dei Bambini. Decine di ragazzi hanno assistito alle scene di teppismo.

Gli atti di vandalismo sono poi degenerati in un attacco contro la polizia quando un gruppo di persone ha lanciato sassi e bottiglie contro poliziotti intervenuti sul posto. Mezzi delle forze dell’ordine sono stati danneggiati dalla sassaiola, scatenatasi in gran parte in via Mongitore. Gli agenti sono riusciti a bloccare due giovani per identificarli. Le auto date alle fiamme sono state due.

Palermo, notte di guerriglia contro la polizia

Ilgiornale.it


7 octobre 2008

Palermo – Lunga notte di guerriglia a Palermo, dove un gruppo di giovani, dopo avere appiccato il fuoco a cassonetti per la spazzatura e a due auto nel quartiere dell’Albergheria, hanno lanciato sassi e bottiglie contro la Polizia. Danneggiati anche alcuni mezzi delle forze dell’ordine nella zona di via Mongitore. Gli agenti hanno bloccato due giovani che sono stati identificati. Sembra che a fare scatenare l’inferno sia stato il tentativo di alcuni agenti di Polizia di cancellare le scritte offensive contro la Polizia apparse ieri pomeriggio, dopo la morte dei due diciassettenni, avvenuta dopo un inseguimento di una volante della Questura mercoledì scorso.

Guerriglia, sassi e bottiglie contro forze dell’ordine La situazione è stata tenuta sotto controllo da polizia e carabinieri che però, al momento di intervenire, sono stati bersagliati con sassi e bottiglie. Tutto è partito da via Mongitore, dove si trova il centro sociale « Ex carcere » a rischio di sfratto. Due cassonetti sono stati dati alle fiamme che hanno raggiunto un paio di vetture. È partita così una chiamata ai vigili del fuoco intervenuti con i carabinieri. Ma l’allarme si è rivelato una trappola, perchè al loro arrivo si è scatenata la sassaiola.

Scritte sui muri Gli agenti hanno bloccato due giovani identificati in questura. Si cerca adesso di accertare chi ci sia dietro l’aggressione alle forze dell’ordine. Nel pomeriggio di ieri scritte offensive contro la polizia erano apparse sui muri di alcune strade del popolare quartiere: « Polizia bastarda », « Poliziotti assassini », « Peppe e Pasquale siete unici », « siete nei nostri cuori », sono alcune delle frasi, scritte con vernice spray rossa e nera, apparse in via Mongitore e in via Albergheria.

Solidarietà del sindaco « Piena solidarietà alle forze dell’ordine dopo i violenti episodi di questa notte all’Albergheria. Ogni forma di violenza – scrive il sindaco – va condannata e respinta, tanto più se questa si manifesta nei confronti delle forze dell’ordine che, quotidianamente, si spendono per assicurare la vivibilità nelle nostre strade e nei nostri quartieri ». « La dolorosa e tragica vicenda – aggiunge – che ha visto al centro i due ragazzi di 17 anni Giuseppe e Pasquale, pur nell’umana comprensione nei confronti delle famiglie e degli amici, non può nè deve essere utilizzata per dare vita a episodi d’intolleranza e violenza, come quelli che si sono registrati questa notte ».

Vittime dell’inseguimento scritte contro la polizia

7 octobre 2008

Scritte sui muri contro la polizia, auto e cassonetti dati alle fiamme. Questi atti di teppismo sono stati compiuti ad Albergheria, il quartiere in cui vivevano i due ragazzi morti, Pasquale Ferrara e Giuseppe Giuffrida, in un incidente stradale mentre fuggivano alle volanti della polizia

Decine di scritte per ricordare Pasquale Ferrara e Giuseppe Giuffrida sui muri dell´Albegheria, i due ragazzi morti in viale Regione Siciliana, dopo un inseguimento con tre volanti, e tra le scritte pesanti insulti contro la polizia, definita « assassina » e contro gli agenti chiamati « bastardi » e « infami ».

L´Albergheria è il quartiere dove i due ragazzi vivevano e dove, sabato scorso, si sono celebrati i loro funerali con un´unica cerimonia. Le scritte sono state realizzate con una bomboletta spray.

I due ragazzi avevano cercato di scappare perché viaggiavano su uno scooter non assicurato e senza patente, e, ai funerali, molte persone avevano urlato insulti contro gli agenti. Il sacerdote che aveva celebrato le esequie, padre Cosimo Scordato, durante l´omelia, si era chiesto se l´inseguimento fosse proprio necessario.

Le volanti avevano cercato di fermare i ragazzi per controllare se fossero i responsabili del furto di una moto, segnalato al 113. I ragazzi avevano alla fine imboccato viale Regione siciliana contromano, finendo la loro corsa contro una Fiat Punto ad alta velocità.

‘LA RIVOLTA’ DEL QUARTIERE POPOLARE ALBERGHERIA DOPO LA MORTE DEI 17 ENNI GIUFFRIDA E FERRARA

Calabriareport.it

7 Ottobre 2008

infuriano le proteste lungo le strade di palermo. Auto incendiate e sassaiole contro le forze dell’ordine sono state segnalate ad Albergheria, il quartiere di Palermo in cui vivevano due ragazzi di 17 anni morti mercoledì scorso in un drammatico incidente stradale mentre cercavano di sfuggire a volanti della polizia.

Un gruppo di giovani ieri sera ha incendiato alcuni cassonetti dell’immondizia e due automobili parcheggiate. La situazione è stata monitorata dalla polizia e carabinieri che però, al momento di intervenire, è stata bersagliati con sassi e bottiglie. L’acme della protesta si è scatenato in via Mongitore, ove le ‘gazzelle’ delle forze dell’ordine sono stati ‘lapidate’ dalla violenta sassaiola. Gli agenti hanno bloccato due giovani per identificarli. Già nel primo pomeriggio decine di scritte hanno cosparso i muri del quartiere popolare palermitano, con insulti contro la polizia, definita « assassina », e contro gli agenti chiamati « bastardi » e « infami ». In una era scritto: « Peppe e Pasquale siete nei nostri cuori ».

Il giorno dei funerali dei 17enni Giuffrida e Ferrara, che si sono schiantati contro un’auto sulla strada a grande scorrimento Regione Siciliana dopo averla imboccata contromano per sfuggire a un posto di blocco della polizia, molte persone avevano urlato insulti contro gli agenti. Il sacerdote che aveva celebrato le esequie, padre Cosimo Scordato, durante l’omelia ‘polemicamente’ si era chiesto se l’inseguimento fosse proprio necessario. Le volanti avevano cercato di fermare i ragazzi per controllare se fossero i responsabili del furto di una moto segnalato al 113.

Notte di tensione all’Albergheria. Scritte sui muri e sassate contro la polizia

ieri, 06 ottobre 2008

Decine di scritte con pesanti insulti contro la polizia, definita « assassina » e contro gli agenti chiamati « bastardi » e « infami », sono comparse sui muri del quartiere Albergheria di Palermo, rione popolare in cui vivevano i due 17enni morti, mercoledì scorso, in un incidente stradale avvenuto mentre cercavano di sfuggire a due Volanti. Accanto, diverse scritte, realizzate con una bomboletta spray, in ricordo dei due minorenni. « Peppe e Pasquale – si legge in una delle tante – siete nei nostri cuori ». Il giorno dei funerali dei due ragazzi, che avevano cercato di scappare perché viaggiavano su uno scooter non assicurato e senza patente, molte persone avevano urlato insulti contro gli agenti. Il sacerdote che aveva celebrato le esequie, padre Cosimo Scordato, durante l’omelia, si era chiesto se l’inseguimento fosse proprio necessario. Le ‘volanti’ avevano cercato di fermare i ragazzi per controllare se fossero i responsabili del furto di una moto, segnalato al 113.

Atti di teppismo sono stati compiuti questa sera ad Albergheria, il quartiere di Palermo in cui vivevano i due ragazzi di 17 anni morti mercoledì scorso in un incidente stradale mentre cercavano di sfuggire a volanti della polizia. Un gruppo di giovani ha incendiato alcuni cassonetti dell’immondizia e un’automobile alle spalle dell’ospedale dei Bambini. Decine di ragazzi hanno assistito alle scene di teppismo. La situazione è stata tenuta sotto controllo da polizia e carabinieri.

Gli atti di vandalismo nel quartire Albergheria di Palermo sono degenerati in un attacco contro la polizia quando un gruppo di persone ha lanciato sassi e bottiglie contro poliziotti intervenuti sul posto. Mezzi delle forze dell’ordine sono stati danneggiati dalla sassaiola, scatenatasi in gran parte in via Mongitore. Gli agenti sono riusciti a bloccare due giovani per identificarli. Le auto date alle fiamme sono due.

Notte di barricate e di tafferugli all’Albergheria fra giovani del quartiere e le forze dell’ordine + rassegna stampa.

infoautpalermo

Published on 10/06,2008

Alle dieci di stanotte è scoppiata la rabbia a Palermo. Una protesta determinata, che parla il linguaggio della rivolta contro la militarizzazione e l’arroganza delle forze dell’ordine. Questo linguaggio lo hanno parlato ieri notte  i ragazzi dell’ Albergheria, da dove provenivano Peppe e Pasquale, i due giovani di 17 anni morti il 2 ottobre in seguito all’accanimento di una volante lanciata al loro inseguimento. Gli scontri sono partiti in via Mongitore e si sono estesi per il quartiere, arrivando nei pressi del famoso mercato « Ballarò ». Fino alla mezzanotte il quartiere è rimasto in mano dei manifestanti, che hanno dato alle fiamme due automobili e diversi cassonetti nei pressi dell’ospedale dei Bambini. Le prime volanti giunte sul posto sono state accolte con lanci di sassi e bottiglie, costringendo i militi ad indietreggiare. Solo dopo due ore Carabinieri e Polizia sono riusciti a ristabilire la calma. Due ragazzi sono in stato di fermo, trasferiti presumibilmente nella « Carini », una caserma dei Carabinieri in corso Calatafimi già nota per il duro trattamento riservato a chi finisce nelle sue camere di sicurezza. Al momento non si hanno notizie dei fermati. Al corteo dell’11 ottobre contro l’annunciato sgombero dell’EXKARCERE parteciperanno anche i ragazzi del quartiere Albergheria il cui striscione in ricordo di Peppe e Pasquale sarà l’unico presente oltre quello di apertura.

rassegna stampa:

Polizia ‘assassina’ sui muri di Palermo

Nel quartiere Albergheria, scritte contro le forze dell’ordine colpevoli – secondo gli autori – dell’incidente che mercoledì scorso ha causato la morte di due 17enni

PALERMO – Decine di scritte con pesanti insulti contro la polizia, definita « assassina » e contro gli agenti chiamati « bastardi » e « infami », sono comparse sui muri del quartiere Albergheria di Palermo, rione popolare in cui vivevano i due 17enni morti, mercoledì scorso, in un incidente stradale avvenuto mentre cercavano di sfuggire a due Volanti. Accanto, diverse scritte, realizzate con una bomboletta spray, in ricordo dei due minorenni. « Peppe e Pasquale – si legge in una delle tante – siete nei nostri cuori ». Il giorno dei funerali dei due ragazzi, che avevano cercato di scappare perchè viaggiavano su uno scooter non assicurato e senza patente, molte persone avevano urlato insulti contro gli agenti. Il sacerdote che aveva celebrato le esequie, padre Cosimo Scordato, durante l’omelia, si era chiesto se l’inseguimento fosse proprio necessario.

Le ‘volanti’ avevano cercato di fermare i ragazzi per controllare se fossero i responsabili del furto di una moto, segnalato al 113.

06/10/2008
da la sicilia

~ par Alain Bertho sur 7 octobre 2008.